1. |
Ti Mando In Congo
03:25
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Immagina un Paese straricco di risorse
che possa arrangiarsi con tutto ciò che ha.
Poi arrivan gli stranieri, si portano via tutto,
e tu che ci abitavi lavorerai per loro.
In Congo sono ricchi, ricchi da morire!
C'è un uomo che si chiama John Mpaliza
che sta girando a piedi per l'Europa
per raccontare a tutti questa storia qua
e per spiegare al mondo che cos'è il coltan.
Vuoi usare il cellulare? Coltan!
Accendere il computer? Coltan!
Viaggiare in aereo? Coltan!
Impara questo nome: coltan!
Il coltan è una polverina magica
che fa funzionare la modernità
è causa di tumori in tenera età
perché lo estraggono anche i bambini là!
In Congo sono ricchi, ricchi da morire!
Columbite - tantalite
Tante liti per la tantalite.
Quante donne rovinate
per un gioco di potere.
E come Papa Wemba ci cantava già
son le bugie a creare la realtà.
Tu pensi che non c'entri in questa storia qua
ne siamo immersi nella quotidianità.
Vuoi usare il cellulare? Coltan!
Accendere il computer? Coltan!
Viaggiare in aereo? Coltan!
Impara questo nome: coltan!
Le fibre ottiche? Coltan!
L'air bag e la consolle? Coltan!
Ed il fotovoltaico? Coltan!
Insomma noi vogliamo il coltan!
In Congo sono ricchi, ricchi da morire!
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2. |
Flaconi
03:50
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Vorrei che il mio telefono vivesse più di me
così come il computer, per una vita lieta.
Invece produciamo immondizia programmata
per durare poco e poi diventa obsoleta.
E un altro scatolone di scarti se ne va
le scaloppine scadono ancora mezze fresche
non sono Celentano, non voglio predicare
ma osservo il panorama e le sue losche tresche.
Scatole, pellicole
custodie e involucri di poliuretano espanso
pacchi e pacchetti, confezioni e cofanetti
millebolle che non c'è più.
Taniche, barattoli
bustine e fustini in alluminio anodizzato
sacchi e sacchetti chiusi in secchi e secchielli
nelle botti e nei bidoni.
Quanti contenitori incontriamo nella via
e se li conti scopri che sono più dei contenuti.
Vestiti senza corpi, corpi senza cervelli
carrozzerie stupende che si rompono a starnuti.
E il naufragar m'è dolce in questo mare di rifiuti
siam capaci solo a viver come bruti,
e allora estetizzo gli imballaggi e questo stuolo
di astucci e flaconi, e il polistirolo.
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3. |
Baghdad
04:11
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Ciao, mi chiamo Abdel Haqq
sono un bambino e vivo nell'Iraq
mio padre faceva il contadino
pregava Allah in moschea il venerdì mattino
dobbiamo salutare a tutte l'ore
il nostro adorato dittatore
"Lui si sente nel bene
tanto lui ha oro perfino nel cesso
scusate, non avrebbe più senso
se anche lui soffrisse tutte le nostre pene?"
Parole di mio padre che lavorava
zappava coltivava e mai rubava
Chi l'avrebbe detto che
la mia esistenza sia collaterale
non ride papà senza motivi
lui sta aspettando che una giustizia giusta arrivi
finché arrivò una bomba intelligente
che fa saltare in aria la mia gente
Mi svegliai di colpo in mezzo a quell'inferno
le sorelle svelte eran già all'esterno
ma il destino di papà si fece scherno
non vivrà più qui, ma ormai nel Sonno Eterno.
Venti giorni dopo io, vivo per miracolo
mi trovo ad assistere ad un epico spettacolo:
stelle e strisce sul faccione di Saddam
e pochi istanti dopo, PATAPAM
Mi hanno dato libertà
dando fuoco a mio papà!
Mi hanno dato libertà
dando fuoco a mio papà!
Non così finisce questa storia però:
prima o poi vedrete che mi vendicherò!
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4. |
Metopa
03:06
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Mi puoi dire quello che vuoi
che se ti isoli poi esplodi
che la nuova America sia ad est
che sia ancora da tirare in ballo Dio
che se fossimo tutti atei
non saprebbero dove appigliarsi.
Mi puoi dire quello che vuoi
che siano solo burattini
per farci piegare la testa
e regalare la nostra libertà.
Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non varia
attendiamo, vivacchiando il turno di saltare in aria.
Siam cresciuti a pane e fumetti
e perciò desta sospetti
la mitopoiesi di un nemico comune.
Ma a pensarci bene
è tradizione millenaria
raccontar boiate.
Pensa ai bassorilievi
scolpiti nei templi greci
scene di miti e leggende
e il popolo se le beveva.
Figuriamoci ora
se non ci cadiamo ancora,
come abbandoni un timore collettivo
un altro ben peggiore è pronto già.
Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non varia
attendiamo, vivacchiando, il turno di saltare in aria.
Metope mitopoietiche!
Io nel frattempo gioco.
Mi spiace Umberto Eco
per l'allitterazione
ma non siamo degli allocchi!
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5. |
Sofia
05:06
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Ti ricordi quand'eri nata?
Il panno bianco che t'avvolgeva
la sala verde con i dottori
tua madre stanca ti sorrideva.
Amici e genitori non si accorsero di niente:
nei primi mesi di vita eri già sapiente.
Comprendevi qualunque lingua
prima ancora che tu parlassi
conoscevi i segreti antichi
prima ancora che li studiassi.
Ma un giorno, lentamente, si svegliò la tua ragione
di quel tesoro rimase una vaga impressione.
Sofia, Sofia, ti nascondi ma prima o poi ricomparirai.
Sofia, Sofia, non so quando, ma di certo ritornerai.
Persa dentro la biblioteca
fino a tardi per ritrovare
quella celeste condizione
finché il custode ti fa sgombrare.
Ormai sei un'adulta, non la troverai nei libri
ti serve un maestro se vuoi che Sofia vibri.
La civetta di Atena dorme
portando al mondo un danno enorme.
Siamo tutti inconsapevoli
senza sapienza restiamo deboli.
Sofia, Sofia, ti nascondi ma prima o poi ricomparirai.
Sofia, Sofia...
Sofia, Sofia, si è nascosta ma non temere, la raggiungerai.
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6. |
Marcella
04:02
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Quel tuo fiocco bianco si è già sporcato
i tuoi occhi undicenni già macchiati di trucco
il mostro davanti a te non ti fa paura
ne hai già visti troppi, troppi troppo presto.
Lui toccherà il tuo cuore che non ha
ancora un seno che lo copra
ma non ci sarai, no! Tu non ci sarai
i signori viaggiatori ora possono slacciare le cerniere.
Quando quelle ricche bestie europee
ti tolgono vestiti e dignità
li guardi dall'alto ma non partecipi
e vedi un oggetto, ma non sei tu.
L'agenzia di viaggi stappa lo champagne
perché il tuo prodotto fa aumentare il PIL
il target è variegato, sei un'occasione d'oro
potranno aumentare la quota di mercato.
Quando ti alzerai dalla moschicida viola
sarà già tardi per giocare
e tu ci sarai nel pacchetto tutto compreso
ma i clienti, soddisfatti
non rimborseranno mai.
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7. |
Oro blu
03:27
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8. |
Ghirlanda
06:39
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Piano lei aprì i suoi occhietti e gli disse: "Io sonno non ne ho più".
Lui le rispose: "Perché non ci alziamo e andiamo a vedere laggiù?"
Erano giovani, oltre al villaggio l'ignoto pungeva
la loro gran curiosità.
Scesero fino al confine dove una sequoia si ergeva sul muro
per dimostrarle il coraggio lui si fece spavaldo e s'arrampicò.
Alzò lei e sedettero sul cornicione a guardare di là.
"Cosa ci aspetterà?"
Con l'incoscienza uscirono
ma il sesto senso di lei parlò:
"Che brutto posto, andiamo via
scappiamo via, andiamocene".
Ad ogni passo la luce scemava e ben presto fu l'oscurità
quando il bagliore metallico di una pistola si fece notar;
l'uomo che la puntava ai due non era un ladro ma fissava lui
lo accusò di empietà.
"Guardi si sbaglia, non so di che parla, noi passeggiavamo quaggiù."
"Senti straniero, conosco i tuoi amici, nemici della mia tribù".
Lei notò la spilla che l'uomo indossava vicino al suo cuore
e la luna la illuminò.
Per un istante le ricordò
la filastrocca di suo papà
senza sapere il vero perché
la pronunciò, lei la pronunciò.
"Sole domenica, Luna è lunedì, Ares è martedì,
Hermes mercoledì, Zeus è giovedì, Afrodite è venerdì."
L'uomo che minacciava i due, per un momento traballò per così tanta solennità,
la interruppe con lievi gemiti e scoppiò a piangere, perché...
La filastrocca lui la conosceva e diceva molto di sé
come poteva saperla quella ragazzina se stava di là?
Il ragazzo approfittò, gli sfilò l'arma e la scaricò
l'uomo non la reclamò.
Emozionati, i due giovani tornarono in piazza, dove i compaesani
allegramente danzavano ebbri, il sabbato è sempre così...
I due si appartarono, nulla per loro sarà più lo stesso
ora che hanno visto la verità, seppure in allegoria.
Teneramente lui la sfiorò
soffici frasi le sussurrò,
lei sciolse i boccoli e su di lui
si riposò, e lui l'abbracciò.
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9. |
Endimioni
02:59
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Tu non vuoi più separarti dal cuscino
Stai troppo bene restando lì supino
c'è una marea di dilemmi da risolvere
ma ormai dormi che è un piacere.
Procrastinare è il verbo da godere
fin quando il letto cadrà in un cratere.
Endimione dorme con gli occhi aperti come me.
Endimione dorme con gli occhi aperti come te.
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